GHEDI: UN CONSIGLIO COMUNALE DI NOTEVOLE INTERESSE
Il Consiglio Comunale che si è svolto la sera di martedì 29 luglio a Ghedi ha toccato diversi argomenti di indubbio interesse, ponendo in particolare evidenza un punto di assoluto rilievo come l’approvazione all’unanimità di tutti i punti all’ordine del giorno. “E’ stata una seduta sicuramente costruttiva – ha commentato il presidente del Consiglio, Luca Mostarda – e l’aspetto che possiamo evidenziare è che, al di là delle idee delle rispettive forze rappresentate, l’atteggiamento che è emerso è stato quello di una valida collaborazione tra Maggioranza e Minoranza. Entrambe hanno ribadito di voler tutelare i diritti e gli interessi della comunità di Ghedi, un obiettivo che va al di là del gioco delle parti e che spiega lo spirito collaborativo che si è visto all’opera. Come è stato giustamente ribadito, la campagna elettorale, con tutte le sue ansie, è finita. Adesso bisogna pensare a lavorare e a farlo per il bene della nostra comunità”. In questo senso la seduta si è aperta con la surroga nei banchi dell’Opposizione del consigliere dimissionario Bartolomeo Falanga. Al suo posto è entrata in Consiglio come prima dei non eletti Egeria Ruffo, che ha ringraziato per la fiducia riposta tutti i consiglieri (il suo insediamento è stato approvato all’unanimità), anticipando che il suo impegno sarà quello di tutelare gli interessi di tutti i ghedesi e dei cittadini che hanno riposto in lei il loro consenso in particolare.
UNA COMMISSIONE DI CONTROLLO BI-PARTISAN PER CAVA INFERNO
Tra gli argomenti portati in discussione senza dubbio la questione relativa al progetto Cava Inferno, sempre al centro dell’attenzione generale, merita un occhio di riguardo. Il tutto ha preso spunto dall’interrogazione presentata da Melania Isola che ha chiesto di tracciare un punto della situazione in merito al controverso progetto, da seguire con il massimo scrupolo proprio per la necessità di salvaguardare innanzitutto la salute dei cittadini di Ghedi. Sotto la lente di ingrandimento sono così finiti i lavori per il rimodellamento del fondo, lavori che sono già in corso e sono stati autorizzati dalla Provincia di Brescia lo scorso 11 giugno. In questo senso sono intervenuti il sindaco Lorenzo Borzi e l’assessore all’ambiente Raffaele Perrucci che hanno ribadito: “Stiamo facendo tutto il possibile per tenere sotto controllo la situazione con tutti i mezzi che la legge mette a nostra disposizione. Certo, non possiamo mai andare al di là di quello che espressamente prevedono le normative in materia, ma possiamo assicurare che tutto quello che riguarda Cava Inferno viene guardato con il massimo scrupolo. Si tratta infatti di una questione che riguarda la salute pubblica e davanti a questo tema tutto passa in secondo piano. E’ per questo che vogliamo sottolineare l’importanza che intendiamo attribuire alla Commissione di controllo che avrà il compito di seguire l’intero iter del progetto. Il nostro auspicio è che venga composta da persone di tutti gli schieramenti rappresentati in Consiglio perché di fronte alla necessità di proteggere un bene così importante come la salute della nostra comunità vogliamo che tutto sia chiaro a tutti e che tutti possano non solo avere le informazioni desiderate, ma possano concorrere con le loro idee”. Una proposta accettata di buon grado dall’Opposizione, che ha seguito con grande interesse anche l’ulteriore precisazione dell’assessore Perrucci in merito alla comunicazione inviata dalla società Cava Inferno: “La tabella prevede che possa essere depositato nella cava materiale appartenente alla categoria B. La società che sta portando avanti il progetto ci ha comunicato, invece, che porterà tutto materiale di categoria A e quindi ancora più sicuro. Si tratta di materiale proveniente dalla rocce che circondano Nuvolera, dove vengono effettuati scavi per la lavorazione del marmo. In ogni caso il fatto di poter contare su materiale della categoria A, che è quello che viene usato per la zona residenziale, rappresenta senza dubbio un elemento molto importante”. La discussione dedicata all’interrogazione si è poi chiusa con la conferma che la Commissione di controllo seguirà con particolare scrupolo tutti i possibili controlli che verranno eseguiti (insieme a tutti gli enti competenti, dalla Provincia di Brescia all’Arpa, dalla Procura alla Forestale che stanno monitorando a loro volta la situazione), riservando un occhio di riguardo ed informando immediatamente tutti gli interessati dopo i sopralluoghi che verranno effettuati e sui risultati dell’analisi di campione di terreno che verranno effettuati.
UNA MOZIONE PER SALVARE LA CACCIA CON RICHIAMI VIVI
La prima mozione della serata, approvata anche questa all’unanimità, è stata presentata dal capogruppo della Lega Nord, Gianmario Messa. Un documento, sostenuto da tutti i gruppi della Maggioranza (compresa Forza Italia) che ha seguito l’identico cammino che si sta percorrendo nel Consiglio Comunale di diversi paesi del bresciano, dove si sta cercando di porre al centro dell’attenzione una questione che rischia seriamente, oltre che di infliggere l’ennesimo duro colpo all’attività venatoria, di porre fine ad una pratica molto sentita e di grande tradizione nella nostra provincia come la caccia con i richiami vivi: “La passione per l’attività venatoria e per la caccia con uccelli da richiamo rappresenta per la provincia di Brescia e per la nostra cittadina una tradizione ben radicata che coinvolge intere famiglie e persone di ogni età – è stata la premessa della mozione – Proprio per questo dobbiamo fare tutto il possibile per tutelare questa pratica che continua a ricevere attacchi che limitano i diritti del cittadino-cacciatore (che oltre tutto rappresenta una parte attiva e propositiva all’interno della nostra comunità e nella protezione dell’ambiente). Lo scorso 14 giugno il Governo ha pubblicato il decreto legge 91 che è entrato in vigore il 25 giugno. Un testo che ha creato non poco stupore e preoccupazione sia perché in sostanza contraddice alcune normative preesistenti di carattere europeo, sia perché , in pratica, rischia di mettere fine alla caccia con i richiami vivi (che nel nostro territorio vanta per fondata tradizione tantissimi appassionati). E’ nostro preciso compito contrastare questo tipo di politica e proprio in questo senso si spiega questa iniziativa (a livello provinciale è già partita una raccolta di firme che in pochissime ore ha già superato quota centomila – ndr) che abbiamo voluto portare in Consiglio per ricevere il sostegno di tutte le forze presenti e per preparare così un documento da mandare direttamente al Governo e al presidente del Consiglio Matteo Renzi affinché possa fermare questo atto che minaccia seriamente di porre fine non solo ad una pratica venatoria molto diffusa, ma più in generale a tutta la caccia. In questo senso – ha proseguito il capogruppo Messa – le norme nazionali ed europee sono state interpretate in modo ideologicamente pretestuoso, al solo fine di creare l’ennesimo ostacolo ai cittadini appassionati di questa pratica. A pochi giorni di distanza dall’approvazione a larga maggioranza avvenuta nella Camera dell’articolo 15 della legge europea 1864-a che garantiva la possibilità di continuare a praticare quella che nelle nostre zone è una tradizione secolare, è maturato improvvisamente questo decreto legge che all’articolo 16, in sostanza, ha annullato il parere che era stato espresso democraticamente da persone elette dai cittadini italiani. E’ ovvio che il decreto legge a questo punto proseguirà il suo cammino. Nello stesso tempo, però, noi non possiamo rimanere con le mani in mano e permettere che un’attività che appassiona tanti cittadini (tutti tra l’altro nel pieno possesso dei loro diritti e dalla pedina penale illibata per legge) venga cancellata per una serie di attacchi pretestuosi. Abbiamo così deciso di portare questo argomento al centro dell’attenzione del Consiglio e preparare insieme il documento con il quale chiediamo al Governo di tutelare diritti che non possono e non devono essere cancellati”.
GHEDI: UN CONSIGLIO COMUNALE DI NOTEVOLE INTERESSE
Approvata dunque anche questa mozione all’unanimità, il Consiglio Comunale è giunto al termine con la nomina, anche questa approvata all’unanimità della Commissione Statuto e Regolamenti, che avrà il compito, come ha concluso il presidente del Consiglio, Luca Mostarda: “Di prevedere regole e condizioni ben precise e molto chiare affinché l’attività consigliare possa essere sempre svolta nel modo più celere ed efficace in vista di quello che è il fondamentale obiettivo comune di tutti i presenti, tutelare e difendere i diritti dei ghedesi ed impegnarsi sempre nell’interesse di tutta la nostra comunità”.