CONTINUA IL MONITORAGGIO DELLA FONTANA DELL’ARRIGO
La cosiddetta “Fontana dell’Arrigo”, che si trova nel territorio di Bagnolo ai confini con Montirone, rimane costantemente al centro dell’attenzione. Un monitoraggio continuo, che si è ulteriormente intensificato all’inizio di questo mese di ottobre, quando la Procura ha incaricato i Carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) di ampliare l’area della zona analizzata, affiancando alle indagini dedicate alla prima zona sottoposta a sequestro il 23 ottobre del 2014 (un’area ampia lunga 800 metri per oltre 20 metri di larghezza, parte di proprietà demaniale e parte privata, al confine tra Montirone e Bagnolo) un secondo lotto che dal punto precedente attraversala strada che porta a Brescia e si dirige verso la Cascina Quartiere. Dopo le verifiche che hanno caratterizzato la prima area, prima sequestrata e poi dissequestrata, sono state effettuate nuove analisi relative alla seconda zona interessata. Nel primo caso, in un primo momento, erano emersi alcuni esuberi dei valori dell’acqua, anche se questo non costituiva un pericolo per la salute delle persone, come confermavano sia la qualità sicura dell’acqua dei pozzi vicini che il fatto che la falda che fornisce il territorio bagnolese si trova molto più in profondità (intorno ai cento metri) e quindi non ha alcun “contatto” con l’acqua superficiale esaminata. Dalla scoperta del problema ad oggi, di comune accordo, i NOE, l’Arpa e l’Amministrazione Comunale bagnolese hanno effettuato ripetuti controlli installando i piezometri e verificando i cabotaggi. Le indagini relative all’area interessata, inoltre, hanno rilevato la presenza di rifiuti di periodi diversi, visto che in via Montirone risalgono agli Anni Ottanta, mentre nella nuova fascia i rifiuti stessi sono stati datati negli Anni Novanta. Nel primo caso, nonostante l’attività investigativa portata avanti, sembra proprio che non sarà possibile risalire ai responsabili di questi depositi scorretti. In un primo momento la Provincia di Brescia aveva indicato come possibili responsabili i precedenti proprietari, ma in seguito al loro ricorso al Tar e alla relativa pronuncia, la stessa Provincia non ha più confermato le accuse. Una sorta diversa potrebbe riguardare, invece, i rifiuti abbandonati negli Anni Novanta. In questo caso ci sono alcuni elementi che potrebbero permettere agli inquirenti di scoprire i colpevoli (anche perché è importante capire come si sia potuti giungere ad un deposito irregolare di questo genere in un periodo nel quale la sensibilità verso l’ambiente avrebbe già dovuto essere molto diffusa). Nell’attesa della definitiva conclusione delle indagini, a Bagnolo si aspetta anche di conoscere l’esito delle verifiche che sono state fatte durante l’estate (ad agosto). Visti i valori fin qui rilevati, la situazione non dovrebbe portare grandi novità, visto che, in ogni caso, la parte interessata è sostanzialmente superficiale e giunge, al massimo, fino a pochi metri sotto terra. “Vogliamo mantenere costantemente monitorato lo stato delle cose – conferma il sindaco Cristina Almici – Proprio per questo proseguono in contatti con i NOE e con l’Arpa, così come continuano i rilevamenti dei piezometri e le operazioni di cabotaggio. L’obiettivo finale è quello che l’intera zona (sia il primo che il secondo lotto) possa venire messa in sicurezza e che si mantengano sempre alti i controlli per evitare che la salute dei bagnolesi possa correre anche il più piccolo rischio”. Il costo della bonifica dell’area potrebbe aggirarsi intorno a diversi milioni di euro. Un onere senza dubbio difficile da sostenere per le casse di un ente locale in un periodo di risorse ridotte come questo. In questo senso, qualora vengano individuati dei responsabili, i costi della bonifica toccheranno a loro, mentre nel caso gli autori rimangano sconosciuti, essendo l’area interessata di proprietà demaniale, il Comune, che ne ha la gestione, dovrà cercare di farsene carico. In tal caso da Bagnolo partirebbe immediatamente la richiesta alla Regione Lombardia per poter ricevere i fondi appositamente diretti verso questo tipo di interventi. Il tutto, come ribadisce con convinzione il sindaco Almici: “Mantenendo sempre molto alto il livello di guardia e ripetendo tutti i controlli necessari. Grazie alla collaborazione con tutte le autorità competenti, vogliamo affrontare e risolvere questo problema che è rimasto “nascosto” per troppi anni e che deve trovare la giusta soluzione a piena garanzia della salute dell’ambiente e di tutti i bagnolesi”.-
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