lunedì 22 luglio 2013

Ghedi - Chiuso laboratorio illegale cinese


GHEDI – 6 DIPENDENTI “IN NERO” – CHIUSO LABORATORIO CINESE

Un vero e proprio lavoro di squadra determinato e molto attento che ha conseguito un risultato di notevole significato. Così si può riassumere l’azione portata avanti di concerto tra l’INPS, l’Ispettorato al lavoro, la Polizia Locale di Ghedi e la locale Amministrazione guidata dal sindaco Lorenzo Borzi che ha condotto alla chiusura di un laboratorio cinese. “Noi portiamo avanti sempre con il massimo impegno il nostro programma a tutela della sicurezza – ha ribadito con motivata soddisfazione l’assessore competente Luca Mostarda – Ultimamente sembra che un tema così importante sia scivolato in secondo piano, mentre invece vediamo cosa succede troppo spesso intorno a noi per ricordarci il valore fondamentale di questo bene. A Ghedi continuiamo a mantenere la sicurezza in primo piano e deve dire che, grazie anche all’operato della Polizia Locale guidata dal comandante Cavalli, i risultati si vedono e quello di questa mattina non è altro che un ulteriore tassello di un quadro volto a trasmettere sicurezza all’intera comunità e a prevenire possibili problematiche”. Per quel che riguarda in estrema sintesi la conclusione dell’operazione, questa mattina, intorno alle 08.30, gli agenti della Polizia Locale di Ghedi, coordinati dal comandante Enrico Cavalli, unitamente a personale della direzione provinciale dell’INPS e a personale della direzione territoriale del lavoro (Servizio Ispezione del Lavoro), hanno effettuato un sopralluogo in un’attività manifatturiera gestita da cittadini cinesi, ubicata nei pressi del centro sportivo di Ghedi.
Un sopralluogo che ha dato esiti davvero sconcertanti. All’interno del laboratorio, infatti, sono state ricavate ben sei unità abitative con pareti in cartongesso e, addirittura, sono stati costruiti abusivamente soppalchi riadattati allo scopo e raggiungibili con scale posticce, ove vivevano, in condizioni facilmente immaginabili, ben nove cittadini cinesi, tutti accomunati dal fatto di dover vivere in condizioni quantomeno precarie. Nel retro del capannone, inoltre, è stata ricavata anche una cucina, dove gli stessi lavoratori cinesi preparavano e consumavano i loro pasti. 
Da segnalare che delle nove persone individuate sul luogo di lavoro ben sei erano prive del regolare contratto di assunzione. All’interno del capannone dell’azienda sono state trovate venti macchine da cucire ed alcune centinaia di capi di note marche nazionali.
Viste le palesi irregolarità riscontrate, agli agenti della Polizia Locale di Ghedi non è rimasto che disporre la sospensione in via amministrativa dell’attività imprenditoriale a norma dell’art. 14, comma 1°, D.Lgs. 81/2008, per l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo. 
Sono state inoltre accertate violazioni alla normativa sul lavoro per quasi 12.000 euro ed ulteriori infrazioni per violazione delle prescrizioni relative al soggiorno degli stranieri in Italia per più di 2.000 euro. Il tutto per un’operazione curata a lungo nei particolari e che ha portato al positivo risultato di far chiudere un’attività irregolare presente sul territorio di Ghedi. 


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