martedì 21 marzo 2017

BAGNOLO: INCONTRO SULL'ESPOSIZIONE AI METALLI NEL NOSTRO TERRITORIO

UN CONVEGNO PER ILLUSTRARE GLI EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AI METALLI
                         

Il Comune di Bagnolo Mella e l’Università degli Studi di Brescia propongono per giovedì 30 marzo un appuntamento di assoluto interesse. A partire dalle 20, infatti, la Sala Filanda di Palazzo Bertazzoli ospiterà un convegno che si prefigge di illustrare gli effetti dell’esposizione ai metalli e le prospettive di questo argomento così importante e delicato per la salute umana della generazione presente e di quelle future. “La neurotossicità dei metalli risultati delle ricerche e nuovi sviluppi” è il titolo della serata che presenterà gli esiti degli studi che hanno preso il via nella seconda metà degli Anni Novanta prendendo spunto dalla collaborazione installata tra l’Università di Brescia e l’Italghisa (che oggi ha fermato la sua produzione, ma all’epoca era molto attiva nella lavorazione delle ferroleghe). Analisi che hanno coinvolto l’azienda ed i suoi lavoratori, ma si sono dedicati anche all’impatto sul territorio e che ora, dopo i risultati che verranno illustrati giovedì 30 marzo, proseguiranno con due nuovi progetti che verranno ufficializzati sempre nel corso del convegno bagnolese. L'incontro nella Sala Filanda, oltre al saluto delle autorità che apriranno i lavori (interverranno il sindaco di Bagnolo, Cristina Almici, l’assessore regionale all’ambiente Claudia Terzi, il presidente della Provincia di Brescia, Pierluigi Mottinelli, il direttore sanitario dell’ATS di Brescia, Fabrizio Speziali e la direttrice dell’Arpa, Maria Luisa Pastore, porterà al centro dell’attenzione le relazioni della dottoressa Donatella Placidi, professoressa di medicina del lavoro dell’Università di Brescia che tratterà gli “Effetti neurotossici dell’esposizione a metalli: dai lavoratori alla popolazione residente, il professor Roberto Ranzi dell’Università di Brescia che illustrerà le indagini ambientali effettuate in questi anni e il professor Roberto Lucchini, associato di medicina del lavoro dell’Università di Brescia che presenterà “I nuovi progetti di imaging neuroradiologico”. Durante la serata verranno presentati gli studi effettuati sugli effetti dell’esposizione ai metalli sul neurosviluppo e verranno proposte, in fine, testimonianze ed interventi di lavoratori dell’Italghisa e dei ragazzi e degli anziani del territorio che sono stati coinvolti nelle diverse fasi di questo approfondito studio. Uno studio che dalla seconda metà degli Anni Novanta ha voluto monitorare un territorio caratterizzato da insediamenti industriali come quello bagnolese e si è prefissato di scoprire gli effetti dell’esposizione diretta ai metalli (lavoratori) e di quella indiretta (rivolta più genericamente a tutti gli abitanti). Da segnalare, in questo senso, un esperimento che è stato compiuto sul finire degli Anni Novanta, durante il quale parecchi studenti delle Medie sono stati dotati per diversi giorni di un apposito zainetto che aveva la funzione di registrare l’aria respirata come una sorta di polmone artificiale. I risultati di tutte queste ricerche verranno illustrati giovedì 30 marzo e, subito dopo, verranno annunciati i due nuovi progetti che proseguiranno il percorso intrapreso per proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente e, al tempo stesso, per cercare di prevenire effetti negativi. Entrambi prevedono il coinvolgimento della popolazione del territorio e verteranno su argomenti estremamente diretti come “Impatto sulla salute da esposizione ad inquinanti ambientali nelle aree di Brescia e di Taranto: aumentale le conoscenze per affinare interventi preventivi” (sintetizzato nella denominazione Iseia) e “Finestre di esposizione al manganese e funzioni neurologiche dell’adolescenza”. Due “capitoli” di studio che avranno un raggio d’azione a livello nazionale e si protrarranno nei prossimi anni con il preciso intento di fornire ulteriori, importanti indicazioni su questa tematica che cerca di far coesistere l’attività industriale e la salute umana e del territorio. Proprio in questa direzione il sindaco di Bagnolo Mella, Cristina Almici, ha spiegato gli obiettivi del convegno del 30 marzo: “E’ innanzitutto doveroso premettere che non si deve nemmeno parlare di allarmismi o di aggiungere nuove preoccupazioni. Al contrario, l’idea è quella di mettere al servizio del territorio i risultati degli studi effettuati in questi anni e di quelli che proseguiranno con i due nuovi progetti. Si vuole conoscere in modo approfondito la materia per vedere quali possono essere, eventualmente, gli interventi preventivi che si potranno prendere, naturalmente ai massimi livelli, per proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente. La serata cercherà di rispondere alla fatidica domanda se è possibile far coesistere la salute delle persone con la lavorazione dei metalli e come questa stessa lavorazione potrà e dovrà essere effettuata per non creare effetti nocivi alla salute. La presenza delle persone che in questi anni sono state coinvolte nel progetto darà un taglio decisamente pratico al convegno, che ci aiuterà anche a comprendere le possibili conseguenze per il territorio e quelle per le nuove generazioni. Proprio come è capitato sul finire degli Anni Novanta quando i nostri ragazzi delle Medie hanno partecipato ad un esperimento che ha posto in risalto l’ambiente nel quale si trovavano a vivere e le possibili conseguenze. Tutto questo per un argomento che ci sta particolarmente a cuore e che, in particolare, rappresenta l’oggetto del secondo progetto che partirà ufficialmente proprio dalla Sala Filanda a Bagnolo ed avrà un respiro nazionale”.           

               

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