venerdì 18 dicembre 2015

CLOWNTERAPIA ALL'IST. BONSIGNORI

Incontri di formazione e orientamento all’ I.I.S Bonsignori: la clownterapia

E’un termine di non facile definizione, potremmo dire che consiste nell’utilizzare la figura del clown per alleviare situazioni di difficoltà attraverso la comicità e il riso. L’origine della clownterapia moderna si deve al dottor Hunter Patch Adams che negli anni ’70 egli iniziò a formulare una teoria sulla felicità partendo dall’esperienza negativa che lo aveva visto protagonista a causa di una forte depressione che lo stava conducendo lentamente al suicidio. Dopo essersi iscritto alla Facoltà di Medicina, intraprese degli studi su un campione di pazienti ricoverati in ospedale. Da sempre convinto che risata e sorriso portassero enormi benefici, Adams iniziò a visitare i suoi pazienti travestito da clown. Passo dopo passo il suo sogno prendeva forma e riuscì a realizzare una casa-ospedale dove curare i pazienti con terapie alternative a quelle tradizionali, basate sulla ricerca del benessere. Nel 1983 Adams, con la collaborazione di alcuni amici, riuscì finalmente a realizzare l'Istituto della Salute nelle montagne del West Virginia, struttura dove il rapporto tra pazienti e dottori si basava sulla fiducia reciproca e il buon umore e dove gioia e creatività divennero prescrizioni essenziali delle sue cure. 
Il ruolo del Clown Dottore può essere svolto da un operatore socio-sanitario professionale ma anche più semplicemente da volontari o da membri del personale medico. Il mestiere di un clown in Ospedale è, in un certo senso, più difficile che in un circo o per strada, perché accanto al mestiere di attore, di acrobata e di giocoliere, è necessaria una competenza psicologica, la messa a punto di tecniche che possano essere trasmesse ed insegnate per evitare pericolose improvvisazioni. “La figura del clown dottore è un esempio molto chiaro di come il prendersi cura con dolcezza e sensibilità".  (G. Sanguigno, da” Un gioco molto antico”, 2001).  Il clown trasforma il reparto o la camera d’ospedale, cornici fredde e distaccate dove vivono i pazienti, in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre prova a stabilire un rapporto umano di fiducia e confidenza, capace di far dimenticar la quotidianità della vita ospedaliera, a profitto della fantasia e dell’immaginazione. L’importanza di questa figura non si esaurisce nella figura del paziente, bensì si estende a tutta la sua famiglia, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vissuti e condivisi anche da coloro che lo circondano con amore e affetto. Ogni intervento è, perciò, personalizzato, adattato ogni volta al target con il quale ci si vuole relazionare.

L’incontro avvenuto con le classi quinte e quarte dell’I.I.S Bonsignori lunedì 23 novembre, è stato guidato da Gabriele Bertarini, in arte Zio Tabuba e Presidente in carica dei Dutur Kaos Brescia con sede presso il C.S.V. di Brescia, insieme con Fabio Bicelli in arte Dr. Ciuchino responsabile delle relazioni esterne Dutur Kaos Brescia. Gabriele e Fabio hanno sottolineato quanto sia difficile intraprendere questa forma di volontariato proprio per le implicazioni relazionale che nascono dal delicato rapporto che inevitabilmente viene a crearsi sia con il paziente, in molti casi bambini, e di conseguenza con i famigliari. E’ importante conoscere le loro paure perché entrare in una stanza, significa entrare nella vita di una famiglia. Si tratta di donare il proprio tempo per donare una delle cose più importanti, un sorriso. Per questo i relatori hanno precisato che per diventare Clowns Dottori, è indispensabile seguire un corso organizzato dalla stessa organizzazione DUTUR KAOS della durata di 3 mesi. E’ importante imparare a lavorare sulle emozioni, perché abbiamo a che fare con un mondo relazionale, quello della sofferenza, ed in particolare con la sofferenza dei bambini, che ci spiazza ogni volta e dove non sempre si trova accoglienza, non sempre quello che si dice corrisponde a ciò che i pazienti e la famiglia voglio sentirsi dire. Per questo, oltre al corso specifico, ne è previsto uno di Teatro, proprio per dare la possibilità di lavorare sulle le proprie emozioni. Un grazie infinito da parte dei nostri ragazzi che hanno avuto la possibilità di percepire un modo diverso di guardare alla vita, di conoscere la realtà ospedaliera e hanno capito quanto sia importante mettersi in gioco per donare qualcosa a qualcuno senza la presunzione di dare o guadagnare, ma con lo stupore di riceve uno sguardo diverso che dia un nuovo senso alla vita propria e degli altri.
Prof. Gardani Monica

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