giovedì 20 giugno 2013

Asola: addio a Enrico Farina, classe 1975


   Se ne è andato, a soli 37 anni, uno di noi, un pezzo di storia di Asola, una persona che ha fatto da filo conduttore per tanta gente per molto tempo. L’amico di tutti, colui che dava un soprannome ad ogni persona, colui che trovava sempre il modo di ridere e di farti ridere, anche nello sconforto. Colui che ti sorprendeva sempre e che conosceva tutti. Enrico Farina, classe 1975, con il padre Marino (deceduto 8 anni fa), la madre Francesca ed il fratello Mario sono una famiglia molto conosciuta nelle nostre zone. Hanno avuto per anni un calzificio ad Asola dove hanno abitato  e poi si sono trasferiti, prima a Casalromano ed ora a Sarginesco, paese originario della madre. Lavorava al Trerè di Asola di molti anni ed era stimato per la sua professionalità e le sue competenze. Enrico però abitava in provincia di Cremona con la compagna Lucia, la sua compagna di vita che lo ha accudito ed assistito con amore fino alla fine. A spegnere il sorriso ad Enrico un brutto male, come oggi se ne sentono tanti, che non gli ha lasciato scampo. Ha lottato per quasi un anno ma non ce l’ha fatta. Un via vai di gente si è alternata in camera mortuaria ad Asola per salutarlo per l’ultima volta. Tutti lo conoscevano, tutti hanno un aneddoto da raccontare; tanti sorrisi amari in questi giorni, tante lacrime, tanti non ci vogliono credere. Enrico aveva una capacità unica: entrava nel cuore di tutti, lasciava il segno. Una persona di cui non ci si poteva dimenticare e che non passava inosservata. Un vulcano di parole e di allegria. Era una persona speciale, unica, e l’affetto che tutti stanno dimostrando alla famiglia ed alla compagna in questo momento di dolore ne è la dimostrazione. Una passione Enrico ha avuto per tutta la vita: la sua musica, il metal, in tutte le sue sfaccettature. E l’ha condivisa con tutti i suoi amici. La raccolta di cimeli, vinili, dischi, dvd che ha accumulato nel corso degli anni ne sono l’esempio. Una delle cose che più gli sono mancate durante la sua malattia erano proprio i suoi concerti, la sua libertà, la sua valvola di sfogo. Era anche un’appassionato di montagna e di viaggi che amava fare più di ogni altra cosa con la sua roulotte. Era una persona molto colta che amava documentarsi su ciò che non conosceva: aerei, guerra, storia delle varie città che visitava, leggeva molto.
   L’essenza di Enrico è stata nelle sua spensieratezza, nel suo sorriso e nella sua voglia di star bene in semplicità. Il tutto con un tocco di Heavy Metal. Voleva bene a tutti e tutti lo adoravano. Ciao Enrico, sarai sempre con noi, sarai sempre la nostra star.

Elisa Marchi





1 commento:

  1. Bellissimo articolo, complimenti. Ernia lo conoscevo da quando ero piccolo, in un'occasione particolare: avevo 8 anni, ben 20 anni fa,eravamo con l'Asola sci a Pejo in Trentino, lui ne aveva 18, mi ricordo che mi rubò lo slittino per la neve con due suoi amici, salirono in 3 e finirono contro un cumulo di neve dopo una discesa e lo slittino si ruppe. Enrico mi ricordo era mortificato, io non me la presi tanto con lui perchè nonostante tutto sorrideva e scherzava. Gli anni successivi mi avvicinai anche io all'heavy metal, e mi ricordo quanti consigli mi diede, ai concerti, durante le serate passate in birreria o in festival. Era una persona che mi faceva sempre stare bene, era un grande, non si meritava tutto questo. Potrei andare avanti ore a scrivere tutto quello di buono che ha lasciato durante il suo percorso. Erano 6-7 anni che non lo vedevo e sentivo, a causa del mio trasferimento in altra regione, ma l'ho sempre sentito vicino, e sapevo che anche se fossero passati 20, 30 anni dall'ultima volta, mi avrebbe fatto sorridere ancora....Ciao Ernia, grazie per tutti i sorrisi che hai saputo regalarci, credo che tu non vorresti mai che noi stessi male per te, per questo voglio ricordarti e salutarti col sorriso: CIAO ERNIA AMICO DI TUTTI!

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