martedì 18 giugno 2013

LE RIFLESSIONI DEL DIRETTORE - PerVOI giugno


AVANTI ADAGIO...QUASI INDIETRO.
Quello che stiamo attraversando è senza dubbio il periodo economico e sociale più difficile dopo la crisi del 1929. L’Europa tutta è piegata su se stessa e le impalcature che dovrebbero sorreggerla si stanno piano piano sgretolando ed urge un intervento ( ma non si sa quale e come) per arginare il fenomeno. Si sente dire che si deve incentivare la crescita, ma cosa si intende per crescita? Forse la rincorsa al benessere per un nuovo benessere, forse avere di più di quello che si ha? Forse rincorrere con ansia e turbamento il progresso? Forse……? Tutti noi possiamo avere un’idea di crescita, ma mi voglio isolare dalla massa e andare controcorrente: e se pensassimo ad una “decrescita controllata” e quindi ad un sistema votato non alla crescita fine a se stessa, ma ad un razionale e consapevole modello economico e sociale che ci permetta di fare qualche passo indietro per poi ripartire da basi più salde, sane e sicure? Alla fin fine le domande che ci dobbiamo porre sono le seguenti: “cosa ci manca? cosa abbiamo di superfluo e cosa abbiamo oltre al normale superfluo?”. Ognuno di noi si dia una risposta e forse capiremmo che la continua rincorsa al benessere fine a se stesso non crea altro benessere, ma tensioni e stress che fanno avvicinare l’uomo ad un animale inferocito non più in grado di ragionare e con il solo obiettivo di soddisfare la sua fame di “arrivare” e di “avere”. Esagerato? Forse. Realistico? Probabile.
La crescita per la crescita rende legittimo tutto: deturpare l’ambiente, produrre non per soddisfare le esigenze ma per crearne di nuove, intendere il lavoro non come “dignità” ma come mezzo per accaparrarsi nuovi “giocattoli” e “diversivi”, considerare la competizione fra le persone non come crescita umana e professionale ma come una continua sfida  a chi crolla per primo senza che nessuno Ti possa aiutare a rialzarti. Questi sono stati sino ad ora, ed è una mia personalissima opinione, i risultati della nostra crescita negli ultimi vent’anni.
Una “decrescita (ben) controllata” può farci riscoprire aspetti diversi della vita umana, può riportare la nostra vita ad un migliore equilibrio mentale oltre che riscoprire l’ambiente che ci circonda  come la casa che ci ospita nella nostra vita terrena e, come tale, degna di massimo rispetto. Forse è un progetto irrealizzabile...però mi piace sapere di poterlo pensare!
Avanti adagio...quasi indietro
          Isorella, 25 maggio 2013


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