lunedì 18 marzo 2013

CASALMORO, Ceppo e Via in ricordo dei caduti di Nassiriya


Sotto un’incessante pioggia e freddo, domenica 17 marzo a Casalmoro, è partito un lungo corteo dal piazzale antistante il municipio, per raggiungere ed inaugurare il nuovo cippo ai “Caduti di Nassiriya” e la via a loro dedicata nell’urbanizzazione Gardoni 3. L’emozionante cerimonia, presenziata dalle più alte autorità civili e militari della provincia di Mantova, da molti sindaci dei paesi limitrofi, dalle associazioni delle forze armate e da molti cittadini, si è aperta con il saluto del sindaco Franco Perini agli intervenuti e con il ricordo ai 19 italiani, 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civile, oltre a 9 caduti Iracheni e molti feriti, che hanno dato la loro vita per un ideale di pace ed “è giusto – sottolinea Perini - che anche una piccola comunità come la nostra li debba ricordare non solo come uomini di Stato, ma soprattutto come figli, mariti e padri”. E parole forti di ringraziamento sono giunte in merito attraverso una lettera dalla moglie Alessandra e dal figlio Fabio di un caduto di Nassiriya, l’ex maresciallo di Viadana Filippo Merlino, che ha ricordato come “da quel tragico 12 novembre di 10 anni fa, 19 donne, madri e figli si sono stretti in un unico grande abbraccio dalla Sicilia al Veneto e ad oggi quante difficoltà abbiamo dovuto affrontare ma ci rincuora che il ricordo dei nostri cari è condiviso anche da altri Italiani”. Sono intervenuti il vice prefetto Angelo Araldi, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Castiglione Giovanni Pillitteri, l’assessore provinciale Francesca Zaltieri e diversi bambini con i loro messaggi di pace. La benedizione di don Roberto Taccuso e la solenne musica della Banda accompagnata dal coro locale hanno concluso l’inaugurazione esterna proseguita poi con il partecipato convegno alla scuola primaria tenuto dal Procuratore del Tribunale dei Minori Emilio Quaranta, da suor Rosalina Ravasio  della Comunità di Shalom di Palazzolo e moderato da Rocco Resta. Quaranta ha suggerito ai genitori e agli educatori presenti di “essere sempre testimoni di autentica verità per i propri figli che oggi spesso si rifugiano in modelli di vita alternativi diversi dai nostri. Non sempre la legalità è comprensibile e giusta perché alcune leggi non rispondono a principi morali - e rivolto ai giovani ha chiesto loro di – essere informati sulla verità. I giovani hanno bisogno di pace, trasparenza e di prevenire anziché essere troppo tardi curati”. Tra i vari suggerimenti di Suor Rosalina uno insiste nel non lasciare i figli davanti internet da soli, “è molto più rischioso lì che fuori in strada”. Antonella Goldoni

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