venerdì 29 marzo 2013

Dal PerVOI di marzo: libri che meritano



Per studiare la storia in maniera meno tradizionale, usando un po’ di sana fantasia ad esempio, oppure arricchendola di dettagli che Lei, nel suo immenso divenire, se ne scorda, basterebbe leggere un romanzo storico. Esso è, nei generi della letteratura, quello che si propone di rievocare usi e costumi di un’epoca passata, ponendoli come sfondo della trama narrativa. Il romanzo storico italiano per antonomasia è I Promessi Sposi del Manzoni, dove la storia, quella vera, quella dell’Innominato per intenderci, si fonde con le vicende romanzesche, come l’amore travagliato tra Renzo e Lucia. Più recentemente, un altro capolavoro, se vogliamo minore rispetto a quello manzoniano, ha catturato l’attenzione degli esperti di narrativa: esso è La chimera, romanzo di Sebastiano Vassalli vincitore del Premio Strega e Selezione Campiello (1990), ambientato in una dimenticata campagna novarese del 1660 (che potrebbe essere qualsiasi dimenticata campagna italiana di quel periodo!), e che racconta la triste storia di Antonia, condannata al rogo perché ritenuta strega dagli abitanti del suo paese Zardino (oggi scomparso), e dall’Inquisitore della Chiesa. Straordinariamente fluente, il testo è pane per i lettori più accaniti; semplicemente “scritto benissimo”, La chimera rivela al suo interno una ricerca minuziosa di particolari riguardanti la società di quel tempo: la povertà, la ricchezza, l’opprimente religione proprietaria di ogni esistenza. E al contempo sboccia la storia di Antonia, basata sul vero ma impreziosita dalla raffinata creatività dell’autore; brevi storie di personaggi e credenze che pitturano la tela di quel mondo: un intreccio misterioso, chimerico, spietato, tra le vite degli uomini e quelle dei santi. Un mondo lontano ma che ci appartiene, se non altro per ritrovare pienamente le tradizioni e i gesti che contraddistinguevano, e tuttora contraddistinguono, chi nasce-cresce-muore nella campagna italiana.

"...che per amor del cielo s'indagasse sul conto della strega, se già aveva consegnato la sua anima al Diavolo o se ancora potesse indursi ad abiurlo; e, nel caso l'abiura non fosse stata più possibile, gli chiese - anzi: lo supplicò - di allontanare quel focolaio di eresia dal suo piccolo gregge di fedeli, che ne aveva tratto non poco turbamento; perché - disse infine citando non so che Padre della Chiesa - «verba movent, exempla trahunt» (Le parole smuovono, ma gli esempi addirittura trascinano!)"

Kristina B.



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