venerdì 29 marzo 2013

Dal PerVOI di marzo: paura e lavoro


PAURA
A volte siamo talmente presi dal lavoro quotidiano, dai problemi e dalle difficoltà di ogni giorno che sorvoliamo (a volte consapevolmente) sui reali problemi della Gente e che la Gente, per dignità, ha paura ad esternare. In un lunedì di questo mese di marzo, nell’arco di un paio d’ore, ho potuto toccare con mano la drammaticità della nostra situazione economica. Ho detto Nostra perché non dobbiamo pensare che i problemi degli altri non siano anche nostri problemi! Se non lo sono ora, sicuramente lo diventeranno in futuro sia in termini economici sia in termini sociali. La prima persona che ho incontrato, mi ha drammaticamente confessato la Sua situazione e la sintetizzo nella seguente frase: “...sai Carlo, per la prima volta ho sentito mia figlia dirmi: papà ho fame. Ed io non ho saputo rispondergli”, ed è seguito un pianto di disperazione. La seconda persona che ho incontrato ha perso il posto di lavoro e si vergognava di essere in cassa integrazione senza poter lavorare: la Sua dignità di persona e di lavoratore era più forte del misero compenso mensile che percepiva. Forse sono episodi sporadici, ma non ne sono sicuro: sono oltremodo convinto che esistano situazioni simili a quelle sopra capitatemi più di quante ci possiamo immaginare. In questi casi la dignità di una persona, di un Padre o di una Madre sono più forti della realtà, ma quello che più mi spaventa è quando questa dignità lascerà il posto alla disperazione: in quel momento tutti ne subiremo le conseguenze e verranno alla luce situazioni a dir poco impensabili e la tensione a livello sociale potrà sconfinare anche nella violenza o nel malaffare. Sarò drastico, sarò pessimista, starò estremizzando le conseguenze: ma quando la Gente ha fame nessuno la può tenere e tutto trova una sua (illegittima) giustificazione. Cosa fare? Come agire? Io non lo so ma se non intervengono a breve almeno delle norme che permettano e facilitino le persone a trovare lavoro e quindi alle Aziende di assumere, ho paura che tutto degeneri. Un modesto quanto accorato appello alle forze politiche ed ai sindacati: oggi non è più in gioco una “giusta retribuzione”, è in gioco la pura e semplice sopravvivenza delle famiglie. Oggi non è tempo di lottare per le questioni di principio: oggi è tempo di arrivare a fine mese con un lavoro e con una seppur minima dignità personale. Verranno, e ne sono sicuro, tempi migliori, verranno tempi in cui i Lavoratori potranno scegliersi il lavoro, ma...verranno e nel frattempo cosa facciamo? 
Ho forse travisato la realtà? ( Lo spero tanto!) 
Carlo Conzadori - Direttore


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