giovedì 16 luglio 2015

QUESTIONE PROFUGHI A GHEDI

IL SINDACO BORZI: “PRIMA DOBBIAMO PENSARE AI PROBLEMI DELLA NOSTRA GENTE”


Sì fa un gran parlare di un tema delicato come quello dei profughi, un argomento che nell’ultimo periodo è stato posto al centro dell’attenzione in modo particolare nella Bassa Bresciana. A più riprese, infatti, un nutrito gruppo di richiedenti asilo (il numero è spesso variato, ma indizi accreditati inducono a parlare di una cinquantina di persone) è stato “indirizzato” in diversi paesi della zona, salvo poi vedersi infrangere l’operazione per svariate ragioni dopo che tutto sembrava ormai concluso. I sindaci del territorio, davanti ad una questione così importante e che in parecchi casi ha addirittura minacciato di “passare al di sopra delle loro teste” hanno fatto sentire con decisione la loro voce, facendosi interpreti delle comunità da loro rappresentate e dei loro bisogni. In questo senso un intervento che si è segnalato per la chiarezza delle idee è stato senza dubbio quello del sindaco di Ghedi, Lorenzo Borzi, che ha illustrato la questione con queste parole: “Voglio essere il più diretto possibile in modo da chiarire come la pensiamo e non generare possibili fraintendimenti. Noi i richiedenti asilo non li vogliamo. In questo preciso momento dobbiamo far fronte ai bisogni della nostra gente e non possiamo occuparci di quelli di altre persone. Abbiamo a che fare con la disoccupazione, con le problematiche dei ragazzi e dei giovani che vedono sempre più cupo il loro futuro e con le crescenti difficoltà degli anziani. Questi sono i problemi che devono assolutamente avere la precedenza nelle loro preoccupazioni e nel nostro impegno. Con una serie di bisogni e di preoccupazione di questo genere non possiamo accollarci i problemi di altri, semmai siamo noi a voler chiedere un sostegno per uscire finalmente da questa lunghissima crisi. A noi, però, nessuno è mai venuto in aiuto ed è per questo che dobbiamo cercare di rimboccarci le maniche per offrire un sostegno concreto ed efficace alla nostra comunità che ne ha indubbiamente bisogno”. Una situazione che ha spinto il primo cittadino di Ghedi a prendere un’iniziativa ben precisa: “Ho già detto apertamente a tutti i ghedesi quale è la nostra posizione. Noi non vogliamo richiedenti asilo sul nostro territorio. Proprio per questo ho scritto a tutti gli albergatori del territorio, ma ho iniziato anche ad apporre manifesti lungo le strade affinché tutti possano sapere come la pensiamo. In entrambi i casi ho ribadito apertamente le nostra ferma contrarietà all’accoglienza dei profughi e la nostra decisione di dedicare tutte le nostre risorse a cercare di risolvere innanzitutto i problemi della comunità di Ghedi. E’ questo quello che ci sta a cuore, il resto, non voglio essere ipocrita né girarci intorno, non mi interessa affatto. Non si tratta di essere razzisti o di voler negare un aiuto a chi ne ha bisogno. Purtroppo si tratta di avere a che fare con risorse limitate e con gravi problemi che coinvolgono fasce sempre più estese della nostra popolazione. Proprio in questa direzione noi amministratori locali dobbiamo puntare i nostri sforzi per dare alla nostra comunità risposte concrete ed efficaci. Il resto è pura propaganda, completamente slegata dalla concretezza di questi giorni”. Una posizione che certo non richiede troppe spiegazioni e che non si limita alle parole: “Vogliamo che la nostra opinione venga ascoltata e rispettata – conclude il sindaco Borzi – Non accettiamo iniziative estemporanee che passino sopra le nostre teste. In questo senso, pur di non farci calpestare, siamo pronti anche a gesti inequivocabili. Il territorio di Ghedi appartiene ai ghedesi e devono essere loro a decidere questioni tanto importanti. La nostra protesta si farebbe sentire a tutti i livelli. Stiamo già andando a comprare le catene – termina Lorenzo Borzi lasciandosi andare ad un sorriso dopo tante preoccupazioni – per legare qualcuno dei nostri in posizioni strategiche. Dobbiamo scegliere dei posti all’ombra, però, così eviteremo che gli incaricati finiscano per sciogliersi sotto il caldo sole di questa estate…”.     

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